55 anni, di Orzinuovi (Bs), è dirigente medico presso l’ASST Garda, responsabile del Pronto Soccorso, e ha un lunga esperienza di volontariato avisino, subentra ad Alberto Argentoni, presidente uscente

Gianpietro Briola è da oggi il nuovo presidente di AVIS NAZIONALE. 55 anni, di Orzinuovi (Bs), è dirigente medico presso l’ASST Garda, responsabile del Pronto Soccorso, e ha un lunga esperienza di volontariato avisino.
In AVIS è stato infatti vicepresidente vicario di AVIS NAZIONALE e presidente di Avis provinciale Brescia.
E’ stato anche presidente del Centro servizi volontariato di Brescia e componente del direttivo del Centro Nazionale Sangue.
“Ringrazio il Consiglio Nazionale – ha dichiarato – per la fiducia e il presidente uscente, Alberto Argentoni, per il lavoro svolto. Mi metto al servizio di AVIS, dei suoi volontari e dei suoi donatori con passione. Dobbiamo essere orgogliosi dei nostri 91 anni di storia ed essere pronti ad affrontare tutte le sfide che ci attendono, dal nostro ruolo nel sistema trasfusionale al completamento della riforma del terzo settore”.


Intervista al nuovo Presidente di AVIS Nazionale, Gianpietro Briola:

Che significato ha per te l’elezione a Presidente?
Ovviamente c’è una grande soddisfazione per il risultato e per un percorso che mi ha visto dapprima impegnato in Associazione come donatore da quando avevo 18 anni, poi presidente della mia comunale di Orzinuovi e per 20 anni della mia provinciale di Brescia, una delle realtà numericamente più significative d’Italia per donatori e donazioni.
La seconda impressione è un senso di forte responsabilità, sia per l’importanza che riveste questa carica sia per la consapevolezza della complessità di questa Associazione, che con le sue 3.300 sedi e i suoi 1.300.000 donatori deve ogni giorno far fronte all’autosufficienza. Perché si tratta di un tema che deve essere affrontato quotidianamente e che non si può mai rinviare.
L’elezione avviene inoltre dopo un anno complicato e di confronto, anche acceso, all’interno dell’Associazione, in seguito ai noti eventi della trasmissione ‘Le iene’. Quell’episodio ci ha messo davanti ai problemi del territorio e che non riguardano solo la Campania. Tutto ciò ha comportato una maggiore responsabilità e un maggior impegno, che dovrà essere sempre portato avanti alla ricerca dell’unitarietà dell’Associazione. Un’unitarietà che passa per una consapevolezza del nostro ruolo e una capacità di mission e vision che si basi su un diverso modo di operare tra di noi.

Brescia ha anche una grande tradizione di dirigenti associativi nazionali, come Mario Zorzi e Gianfranco Callegari. Che valore hanno avuto queste persone?
Sono state assolutamente fondamentali nella mia vita e il primo atto che ho compiuto dopo l’elezione è stato quello di telefonare a Mario Zorzi.
È un’elezione che rappresenta una sorta di continuità con quelli che io considero due padri e due maestri.
Mi hanno insegnato l’amore per l’associazione e per i donatori, che sono la parte forte di AVIS nella loro semplicità, umanità e senso di generosità. A questa loro visione, si è sempre affiancata anche una grande professionalità sui problemi e una capacità di analisi e programmazione.


Che impegni ti senti di prendere per i primi 100 giorni?
La prima cosa è la ricostruzione dell’unitarietà associativa, che non vuol dire necessariamente andare tutti d’accordo, ma capire insieme quali sono i problemi in gioco.
La seconda cosa, che è sì un obbligo di legge ma è anche un’occasione per ripensare l’Associazione, è la riscrittura dello Statuto ai sensi della riforma del terzo settore.
Il terzo tema è il mantenimento dell’autosufficienza, soprattutto in fatto di raccolta di plasma, per garantire sempre ai nostri malati terapie salvavita indispensabili.
Altro tema forte è la carenza estiva, legata anche a situazioni come il West Nile Virus, dove c’è bisogno che le Regioni mettano gratuitamente a disposizione i test Nat per i donatori.

Fonte articolo, intervista e foto: www.avis.it

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