Intolleranze ai fiori, pollini, polveri e sostanze chimiche: è allerta allergie tutto l’anno.
I donatori sono chiamati ad organizzarsi
Non ci sono solo l’influenza invernale o l’esodo estivo a minacciare le scorte del sistema-sangue, anche le allergie possono determinare lunghi periodi di sospensione per molti donatori e causare eventuali carenze dei preziosi elementi salva-vita. Una recente indagine ha stimato che il problema coinvolge circa 4 italiani su 10, con un trend in continua crescita per quanto riguarda allergie a pollini, polveri, sostanze chimiche ed alimenti.
I donatori che ne soffrono devono avere notizie ben precise per potersi organizzare al meglio, al fine di non far mai mancare il sangue o il plasma costantemente necessari.
Lo strumento più efficiente per il controllo delle allergie è la prevenzione tramite la riduzione dell’esposizione agli allergeni scatenanti. Ecco alcuni pratici consigli per arginare il problema:
- Isolare il materasso, i cuscini e le coperte in un involucro a prova di allergeni (coprimaterasso e cuscino anallergico), ciò riduce l’esposizione all’allergene degli acari.
- Lenzuola e coperte dovrebbero essere lavate ogni settimana in acqua calda (>55°C).
- L’aria condizionata permette di tenere chiuse porte e finestre per ridurre l’esposizione al polline.
- Alcuni alimenti favoriscono il rilascio d’istamina, principale mediatore delle reazioni allergiche, da parte dell’organismo, tra questi: alcool, banane, cioccolato, uova, pesce, latte, papaya, frutti di mare, fragole e pomodori.
QUANDO NON POSSO DONARE?
Uno strumento utile per la prevenzione delle allergie sono i vaccini desensibilizzanti che agiscono attraverso la progressiva somministrazione di quantità ridotte di allergeni per via sub-linguale o sottocutanea, “abituando” l’organismo a tollerarli e riducendo, di conseguenza, i sintomi dell’allergia ed il consumo di farmaci. Vengono somministrati a distanza di 1-2 mesi dal periodo di acuzie per cui, bastano 48 ore dalla somministrazione, per poter donare e nel giro di 3-5 anni la sintomatologia allergica potrebbe non ripresentarsi più.
Nel periodo acuto di raffreddore, congiuntivite, asma, prurito o dermatite, non è possibile donare il sangue o i suoi derivati nonostante non si siano assunti medicinali.
C’è poi chi riesce a combattere le allergie con rimedi naturali e senza farmaci, in tal caso, una volta terminata la fase acuta, cioè quando i sintomi scompaiono, è sufficiente attendere una settimana e poi è possibile riprendere a donare.
In caso di terapia a base di antistaminici occorre attendere un periodo di 10 giorni dalla sospensione, sempre che la manifestazione allergica NON si ripresenti nel corso di tale periodo poiché, sul piano clinico, l’effetto terapeutico degli antistaminici è prolungato, anche a distanza dalla sospensione del farmaco fino a 7-10 giorni.
In caso di terapia con cortisonici o broncodilatatori come in caso di asma, il periodo di sospensione sarà di almeno 15 giorni, fermo restando SEMPRE che la sintomatologia allergica non si ripresenti nel periodo di sospensione.
IN CONCLUSIONE:
Ognuno conosce il proprio periodo critico per cui, organizzarsi, significa programmare la donazione nelle settimane precedenti la fase acuta di allergia o nelle settimane immediatamente successive. In ogni caso, per approfondimenti, è bene chiedere al medico.
Se molti donano sangue, il sangue c’è per tutti.
Se molti donano sangue, le emergenze non esistono.
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